Il Trittico Selvaggio: fuga sulle montagne di Granito.


Ecco per voi un divertente racconto di un’avventura di Savage Worlds, illustrato e magistralmente raccontato dal buon Igor Piccirillo! Buon divertimento!

Richard Mardoc


Il trittico selvaggio

Ward: Il Guerriero eroico. (con lo svantaggio eroico)

Aska: La Maga degli insetti puccettosi. (che ha scelto come aspetto per le sue magie  Insetti Carini)

Blume: Il kender kender o kender al quadrato. (Con la fissazione di rubare cose che potrebbero tornare utili in seguito)

In viaggio verso Nord:

Ancora una volta il nostro trittico di avventurieri Oldschool era in viaggio verso fantastiche avventure, seppur alcune malelingue diranno che furono cacciati da Socanth per ostentato approfittamento di ricompense e per appropriazione indebita di “oggetti che potrebbero tornare utili in seguito”, ma sono solamente parole di png invidiosi.

Ammantatisi di un comodo mantello di pece e piume donatogli per le loro imprese, si diressero verso Nord senza timore del freddo e del gelido clima che li attendeva.

pece e piume verso nord

Blume e le aringhe piccIl tranquillo villaggio di Trundheim, completamente immerso nella neve, era il luogo ideale dove svernare lontano da quei villici contadini privi di riconoscenza.  Si trovarono, loro malgrado, a trascorrere lunghe giornate  in taverna fra un sidro di mele e una aringa in salamoia che facevano rimpiangere l’antro sotterraneo del negromante, con i suoi, decisamente più accattivanti, topi fiammeggianti e  zombi irriverenti.

Una mattina la porta si spalancò ed entrò Sven Sjurson con la testa ammaccata e una brutta notizia:

 

“Hanno ammazzato Compare Turid.. ehm lo Jarl Steinar”

Tutti saltarono in piedi e corsero fuori dalla taverna, tutti tranne gli avventurieri…

Il DM fece loro notare due dettagli importanti:

  1. Jarl vuol dire CapoVillaggio.
  2. Se non volevano giocare 3 ore di ruolo in una taverna vichinga vuota fra aringhe in  salamoia e sidro di mele era indubbiamente una buona idea controllare cosa stava accadendo.

Arrivarono sul luogo del delitto facendosi largo fra la folla,(nota del narratore. Si, come no! Tra la folla di vichinghi di due metri per due) OK, aggirarono la folla in cui non riuscirono a farsi largo perché fisicamente inadatti, mentre il kender riemergeva tranquillamente dall’altra parte con parecchie cose che “gli sarebbero potute tornare utili in seguito”.

La scena era agghiacciante, vuoi perché erano fuori in mezzo alla neve, vuoi perché lo Jarl giaceva morto in mezzo ai resti della sua casa distrutta. Gli eroi si misero subito all’opera esaminando la scena  e dopo un attenta ispezione  con pile di Benny spesi ebbero la sensazione che gli stesse sfuggendo qualcosa …. ma cosa ?

Mancava un dettaglio nel delicato Puzzle della scena del crimine ….

Il Dettaglio aveva un nome: Brynhilde, la dolce e angelica figlia dello Jarl Steinar, 140kg perbrynhilde picc 190cm di villosa bellezza vichinga, tre volte campionessa dell’annuale gara di “Mangiata di cinghiale in umido con contorno di caprioli interi”, baritono del coro di rutti di Trundheim e, sopratutto, futura e contesa sposa del capo villaggio.

Esatto! Chi si fosse sposato questa bellezza sarebbe diventato il prossimo Jarl, il che la rendeva golosa come un’aringa a colazione, sempre per i gusti vichinghi.

Sven riferì che ad attaccarlo furono gli Yeti delle montagne di Granito,  in una violenta battaglia lui e lo jarl combatterono furiosamente, ma non riuscirono ad evitare il rapimento della principessa.

Gli Yeti sono creature leggendarie che vivono sui monti ad est di Trundheim e le tracce correvano in quella direzione, sfortunatamente la stessa da cui proveniva la tempesta che si stava avvicinando.

Ne segui una veloce riunione dei fieri e possenti vichinghi:

-Visto che c’è da saldare il conto della taverna.

-Visto che sono scomparsi un po’ troppi oggetti che non siano aringhe in salamoia.

-Visto che è un’azione EROICA.

Il trittico di avventurieri venne inviato alla ricerca di Brynhilde.

Lasciamo stare il seguire tracce, i check di sopravvivenza, la neve, gli indizi e tutto il resto. I dadi non volevano sostenerli e dopo un po’ anche i lupi neri che li stavano inseguendo si impietosirono dandogli indicazioni sulla strada da seguire.

Proseguendo nel cammino si trovarono davanti a tre grosse pareti da scalare, la sfida era impegnativa per degli avventurieri di città, ma dopo non pochi tentativi, cadute e livelli di fatica accumulati riuscirono a raggiungere la cima. Nel frattempo, Blume li guardava divertito dalla vetta sorseggiando un caldo  tè e gli altri due scalatori della domenica si resero conto che oltre al d100 che doveva avere in scalare, si doveva anche essere fregato “qualcosa di utile” per agevolare la salita, che ne so una corda, un rampino, uno zaino a razzo, un disco lievitante di Tenser da un altra ambientazione, vallo a sapere.

Sulla vetta della montagna la tempesta si fece più impetuosa, i check più penosi e il master più compassionevole. Alla fine, molto alla fine, giunsero in vista di una caverna dalla cui sommità un comignolo lasciava uscire del fumo.

O gli yeti non la raccontavano giusta o a Brynhilde era venuta fame.

Si addentrarono furtivamente al suo interno diretti verso una tenue luce e fatte un paio di svolte si trovarono davanti ad un amaro spettacolo.

Brynhilde e il capo degli Yeti erano avviluppati in una feroce battaglia,

lei urlava,

lui urlava …

no … aspetta un momento,

non si combatte mica così …

Quello non dovrebbe andare li ….

OPSSSS …. momento d’imbarazzo generale.

Emerse la triste verità, Brynhilde si recava spesso nella foresta per i suoi gorgheggi, questo le aveva permesso di incontrare il Capo degli Yeti. La Pelliccia naturale e folta, il fisico massiccio e l’odore muschiato erano irresistibili per l’animale in calore e, diciamola tutta, anche lo Yeti non era messo male.

bry nella foresta picc

L’amore era sbocciato e la bella principessa voleva far conoscere il suo amato al padre. Come da tradizione Yeti questi irruppe nella casa del futuro suocero urlando e sventolando una testa mozzata di alce adornata di viscere di marmotta fresche; inspiegabilmente lo Yarl non aprezzò.

Ne seguì una battaglia, il ferimento di Sven, la morte dello Jarl e la fuitina riparatrice.

E ora, cosa fare ?

Vendicare lo Jarl in un bagno di sangue yeti ?

Discutere con gli amanti per poi tornare al villaggio e spiegare tutto ai Vichinghi? Popolo famoso in tutte le Terre Selvagge come accogliente e bendisposto, che avrebbe senza dubbio accettato uno Yeti come nuovo capo.

Il gruppo si guardò in faccia, guardò le statistiche diplomatiche, guardò i dadi e valutò le possibilità di convincere i Vichinghi.

Ne seguì un epica lotta fra avventurieri e Yeti.

Battaglia furiosa, dardi, fendenti e colpi micidiali, uno scontro epico combattuto sul filo del rasoio fino al fatidico momento in cui …. La maga lanciando un dardo di apicolorate infilò dodici incrementi scatenando uno sciame di locuste sulla povera creatura che finì annichilita. (ma locuste molto carine)

Genkidama picc

La bella Brynhilde fu legata ed imbavagliata, ora bastava scendere dalla montagna e tornare al villaggio, bel problema.

No dico, avete presente scendere da una montagna con una Valchiria riluttante di 140 kg in spalla?

Ma se hai un kender nel gruppo trovi una soluzione a tutto.

bry slitta picc

Il ritorno al villaggio riscaldò i cuori infreddoliti dei nostri eroi ma…

I vichinghi non sono un popolo riconoscente.

Oltre ad essersi dimenticati di aver inviato un gruppo alla ricerca della giovane erede, non credettero neanche per un momento alla storia degli Yeti e del rapimento.

“Chi volete che s’innamori di Brynhilde ?” esclamò Sven.

Brynhilde colse al volo l’occasione e raccontò di come gli eroi avevano elaborato un astuto piano per non pagare le aringhe in salamoia ed il sidro di mele, di come sfruttare tutta questa farsa per diventare i nuovi Jarl del villaggio e sopratutto riuscire a sposarla tutti e tre. Maga, Eroe e kender.

I vichinghi si guardarono un po’ fra loro pensierosi, guardarono le loro statistiche di intelligenza, guardarono Brynhilde e si lanciarono all’inseguimento del trittico eroico.

Ne seguì una fuga rocambolesca nella neve, che però date le note abilità di sopravvivenza del nostro gruppo finì circa due metri e cinquanta fuori dal villaggio.

I Vichinghi furono tolleranti e, una volta ammantati di nuovo i nostri avventurieri con pece e piume, li invitarono a ri-affrontare il freddo viaggio verso Sud.

pece e piume versosud

Ancora una volta in viaggio verso nuove e Selvagge avventure!

Igor Piccirillo

Un pensiero su “Il Trittico Selvaggio: fuga sulle montagne di Granito.

  1. Al “Il gruppo si guardò in faccia, guardò le statistiche diplomatiche, guardò i dadi e valutò le possibilità di convincere i Vichinghi”, sono morto.

    Fantastico racconto!

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